In piscina si può fare di tutto, dall’aerobica
alla tonificazione muscolare, lavorando
a corpo libero o con attrezzi, come vi
abbiamo spiegato nell’articolo Jogging…
in piscina.
Oltre agli attrezzi di galleggiamento,
che sfruttano la forza che spinge verso
l’alto i corpi immersi nell’acqua, vi
sono anche gli attrezzi di attrito, che
sfruttano la resistenza che il corpo trova
in ogni cambiamento di direzione in acqua.
Far ginnastica in acqua è come dover resistere
a un nemico, che ostacola ogni nostro
movimento opponendo una forza opposta
alla nostra. E’ per questo che far esercizio
in acqua è “più tosto”.
Perchè l’acqua oppone resistenza
La resistenza è l’elemento che
gioca un ruolo fondamentale nell’allenamento
con gli attrezzi di attrito, perchè è
sempre
opposta alla direzione dello spostamento.
L’intensità di questa resistenza dipende:
dalla superficie proiettata in avanti,
dalla velocità dello spostamento, dalla
superficie frontale, dalla turbolenza
dell’acqua e dalla sua densità.
Se restate immobili ovviamente non sentirete
alcun attrito.
Questa resistenza è causata dalla viscosità
del liquido. Le molecole del liquido
aderiscono infatti l’una all’altra e questo
rende l'acqua compatta contro di noi (ce
ne accorgiamo quando sbagliamo l’inclinazione
di un tuffo e prendiamo una poderosa panciata…)
Utilizzare gli attrezzi di attrito permette
quindi di aumentare l'intensità dell'allenamento.
Quali sono gli attrezzi d’attrito
L'attrezzo d'attrito per antonomasia sono
le pinne, ma per l'acquafitness non sono
sempre consigliabili. Sforbiciare le gambe
in acqua con le pinne è una prova troppa
dura per le ginocchia
(ve ne accorgereste dopo circa 3 minuti).
Sono utilissimi, invece, i guanti
palmati e gli aquafin:
"alette" che si possono usare ai polsi
e alle caviglie e che permettono di compiere
liberamente, in tutte le direzioni, grandi
e piccole escursioni con gli arti superiori
e inferiori. La sensazione che ci danno?
Quella di una mano fuori dal finestrino
dell'auto... per intenderci.
Come tonificarsi
Con l'aquafin potrete imparare a stabilizzare
il tronco, sviluppando in particolar modo
i muscoli della parte superiore del corpo
e degli arti superiori (il gran dorsale,
trapezi, gran pettorale, bicipiti, tricipiti,
deltoidi ed erettori della colonna). E’
garantito anche un grande carico sui muscoli
degli arti inferiori (glutei, iliopsoas,
quadricipiti, ischiocrurali, abduttori,
adduttori).
Dopo un breve riscaldamento, questi attrezzi
vengono solitamente utilizzati per un
lavoro cardiovascolare, in cui si eseguiranno
movimenti ampi, ritmici e continuati,
con grandi escursioni:
un lavoro di resistenza muscolare notevole!
Nella fase di defaticamento, invece, i
movimenti tornano a essere più dolci e
più lenti, per rilassare dolcemente i
muscoli.
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