Questa lettera è stata scritta dal Capo Indiano
di Seattle nel 1854, in risposta all’offerta fattagli dal “capo
bianco” a Washington di comprare la loro terra. Credo che sia lo
scritto più bello e profondo mai scritto sull’ambiente ed è ancora
valido oggi, 150 anni fa. Nel 2005 la Natura ci ha mandato ogni
tipo di messaggio (lo tsunami, l’uragano Rita, l’uragano Latrina)
per allarmarci, per metterci all’erta sugli effetti che l’uomo sta
provocando. Quand’è che li ascolteremo?
“Come si può comprare o vendere il cielo? L’idea
suona strana per noi.
Se non possediamo la freschezza dell’aria e l’effervescenza
dell’acqua, come possiamo comprarle?
Ogni parte della terra è sacra, per la mia gente.
Ogni splendente ago di pino, ogni spiaggia sabbiosa, la foschia
nei boschi oscuri, ogni insetto che ronza è sacro nella memoria
e nell’esperienza della mia gente. La linfa che scorre negli alberi
porta le memorie dei pellerossa.
L’uomo bianco, dimentica il paese della sua nascita
quando muore e va a passeggiare tra le stelle. I nostri morti non
dimenticano mai la nostra bellissima terra, perchè è la madre dei
pellerossa. Siamo parte della terra ed essa è parte di noi. I fiori
profumati sono i nostri fratelli, il cervo, il cavallo, la grande
aquila.. questi sono nostri fratelli. Le creste rocciose, l’erba
nei prati, il calore del corpo del pony, e l’omo – tutti appartengono
alla stessa famiglia.
Così, quando il Grande Capo di Washington dice
che desidera comprare la nostra terra, sta chiedendo molto da noi.
Il Grande Capo dà la sua parola che ci riserverà un posto in modo
che potremo vivere comodamente tra di noi. Lui sarà il nostro padre
e noi saremo i suoi figli. Noi considereremo la sua offerta di acquisto
della nostra terra. Ma non sarà facile. Perchè questa terra per
noi è sacra.
Questa acqua splendente si muove nei rivoli e nei
torrenti che non sono semplicemente acqua, ma il sangue dei nostri
antenati. Se vendiamo a voi la terra, dovrete ricordare che è sacra,
e dovrete insegnare ai vostri figli che è sacra e che ogni riflesso
nelle acque chiare dei laghi racconta di eventi e memorie nella
vita della mia gente. Il mormorio dell’acqua è la voce del padre
di mio padre.
I fiumi sono i nostri fratelli, essi placano la
nostra sete. I fiumi portano le nostre canoe e sfamano i nostri
figli. Se vendiamo a voi la nostra terra, dovrete ricordare, e insegnare
ai vostri figli, che i fiumi sono i nostri fratelli, e anche i vostri,
e dovete quindi concedere loro la gentilezza che concedereste ad
un fratello.
Sappiamo che l’uomo bianco non comprende i nostri
modi. Una porzione di terra è la stessa di quella successiva, perchè
egli è uno straniero che arriva durante la notte e prende dalla
terra qualsiasi cosa egli abbia bisogno. La terra non è sua sorella
ma il suo nemico, e quando l’ha conquistata, l’uomo bianco passa
oltre. Egli lascia dietro di sè la tomba del proprio padre, e non
gli interessa altro.
Egli rapisce la terra dai suoi figli. La tomba
del padre e i diritti di nascita dei propri figli sono dimenticati.
Tratta sua madre, la Terra e suo fratello, il Cielo, come oggetti
che può comprare, saccheggiare, vendere come pecore o perle. Il
suo appetito divorerà la terra e lascerà solo il deserto dietro
di sè.
Io non lo so. I nostri modi sono differenti dai
vostri. La vista delle vostre città fa male agli occhi del pellerossa.
Ma forse il pellerossa è un selvaggio e non comprende.
Non c’è un posto calmo nella città dell’uomo bianco.
Non c’è un posto per ascoltare le foglie crescere durante la primavera
o per ascoltare il frusciare delle ali di un insetto. Ma forse è
perchè io sono selvaggio e non comprendo. La confusione sembra soltanto
un insulto per le orecchie. E cosa c’è di vivo se un uomo non riesce
a sentire il canto solitario di una cicala o le discussioni delle
rane attorno al loro stagno nella notte? Ma sono un pellerossa e
non comprendo. L’indiano preferisce il suono debole del vento che
si agita sulla superficie dello stagno e l’odore del vento stesso,
pulito da una pioggia di metà giornata o profumato dall’essenza
dei pini.
L’aria è preziosa per i pellerossa, perchè tutte
le cose condividono lo stesso respiro – la bestia, l’albero, l’uomo,
tutti loro condividono lo stesso respiro. L’uomo bianco non
sembra notare l’aria che respira. Come un uomo morente da vari giorni,
è intorpidito dalla puzza. Ma se vendiamo a voi la nostra
terra, dovrete ricordare che l’aria è preziosa per noi, che l’aria
condivide il suo spirito con tutta la vita che supporta. Il vento
che diede a nostro nonno il suo primo respiro riceve anche il suo
ultimo sospiro. E se vendiamo a voi la nostra terra, la dovrete
tenere da conto e considerare sacra come il posto dove ogni uomo
può gustare l’odore del vento addolcito dai fiori di prato.
Considereremo quindi la vostra offerta di comprare
la nostra terra, e se decideremo di accettare, dobbiamo porvi una
condizione. L’uomo bianco deve trattare le bestie di questa terra
come suoi fratelli.
Sono un selvaggio e non comprendo nessun altro
modo. Ho visto un migliaio di bufali putrefatti nella prateria,
lasciati lì dall’uomo bianco che gli ha sparato da un treno in corsa.
Sono un selvaggio e non comprendo come il cavallo fumante d’acciaio
possa essere più importante del bufalo che noi uccidiamo solo per
sopravvivere. Cosa è l’uomo senza le bestie? Se tutte le bestie
non ci fossero più, l’uomo morirebbe dalla grande solitudine del
suo spirito. Perchè qualsiasi cosa succede ad una bestia, molto
presto accade all’uomo. Tutte le cose sono connesse.
Voi dovete insegnare ai vostri figli che il suolo
sotto i loro piedi è fatto dalla cenere dei nostri nonni. In modo
che essi rispettino la terra. Dite ai vostri figli che la terra
è ricca delle vite dei nostri amici e parenti. Insegnate ai vostri
figli quello che abbiamo insegnato ai nostri, che la terra è nostra
Madre. Ciò che accade alla terra, accade ai figli della terra. Se
l’uomo sputa in terra, sputa su se stesso.
Questo è ciò che conosciamo. La terra non sembra
appartenere all’uomo. E’ l’uomo che appartiene alla terra. Questo
è ciò che sappiamo. Tutte le cose sono connesse come il sangue che
unisce una famiglia. Tutte le cose sono connesse.
Ciò che accade alla terra, accade ai figli della
terra. L’uomo non tesse la tela della vita. E’ sono un filo di essa.
Qualsiasi cosa egli faccia alla tela, lo fa a se stesso. Anche l’uomo
bianco, il cui Dio cammina e parla con lui come fossero amici, non
può esentarsi dal destino comune. Potremmo essere fratelli, dopo
tutto. Dovremmo vedere. Una cosa sappiamo, che l’uomo bianco potrebbe
un giorno scoprire che il nostro Dio è lo stesso Dio. Potreste pensare
ora che tu possiedi Lui così come vuoi possedere la nostra terra.
Ma non puoi. Egli è il Dio dell’uomo, e la Sua compassione è uguale
per il pellerossa e per il bianco. Questa terra è preziosa anche
per Lui. E danneggiare la terra vuol dire ammucchiare disprezzo
per il suo Creatore. Anche i bianchi non ci saranno più, forse accadrà
prima a loro che ad altre tribù. Contaminate i vostri letti e una
notte soffocherete nei vostri rifiuti.
Ma nella vostra morte brillerete lucenti, infuocati
dalla forza del Dio che vi ha portati su questa terra e per qualche
scopo speciale via ha dato dominio sulla terra e sui pellerossa.
Questo destino è un mistero per noi, perchè non comprendiamo… quando
il bufalo selvaggio sarà massacrato, i cavalli selvaggi addomesticati,
gli angoli segreti della foresta violati e la vista delle colline
rovinata dai cavi parlanti, cosa resterà? Sarà la fine della vita
e l’inizio della sopravvivenza.
Ma siamo selvaggi.. e non comprendiamo."
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