Adattamento di un articolo
di Ken Buist
Introduzione
La fiducia è qualcosa che conosciamo per intuizione, è una esperienza
emozionale, così come lo è il tradimento della fiducia.
I filosofi hanno tentato di misurare questa facoltà ma la realtà
si estende molto al di là di un esercizio intellettuale.
La fiducia pesca dentro le fibre della nostra anima, illuminando
il modo in cui vediamo gli altri, la nostra autostima, le motivazioni
personali, se abbiamo integrato le nostre esperienze passate oppure
non siamo riusciti a venirci a patti.
Abbiamo costantemente il desiderio di trovare coloro nei quali possiamo
riporre la nostra fiducia in modo da generare un senso di sicurezza.
Un bambino, senza un vocabolario, è in grado di esprimere la fiducia
che ripone a persone completamente sconosciute che lo prendono tra
le loro braccia.
Egualmente, abbiamo tutti visto un bambino mettere su una espressione
di paura e gridare la sua disapprovazione finchè un parente non
lo allontana da ciò che ingenera in lui paura.
Senza un linguaggio per definirla, un bambino sa perfettamente come
la fiducia lo fa sentire.
Questa semplice analogia rivela quanto sia fondamentale la questione
della fiducia nelle relazioni umane.
Avendo stabilito che la fiducia è una emozione, come vorresti definirla?
Prima di continuare a leggere, prendi una penna e butta giù una
frase che rappresenti la definizione del significato di fiducia
così come tu la comprendi.
Caratteristiche della fiducia
1. L’elemento soggettivo
Noi “sentiamo” che possiamo fidarci di un’altra persona.
Questa è tipico del temperamento di quel tipo di persona che tende
a formulare dei giudizi basandosi sulle sue emozioni.
2. L’elemento obiettivo
Abbiamo esaminato tutti i fatti, abbiamo verificato tutti i dati…
Si, questa persona merita fiducia – noi siamo in grado di fidarci.
Questo atteggiamento è più tipico di coloro che sono guidati più
dai fatti che dalle emozioni.
3. L’elemento di azione
Una volta presa la decisione di fidarci basandoci sui due precedenti
elementi, dobbiamo procedere ed effettivamente dare fiducia in una
qualche forma. Potrebbe succedere delegando un compito oppure rivelando
una confidenza, comunque in una forma che serva come primo passo
di una relazione a lungo termine basata sulla fiducia.
4. L’elemento riflessivo
Se questa è la prima volta che si dà fiducia, è buona cosa riflettere
sui risultati. Se l’altra persona ci ha dimostrato di meritare la
nostra fiducia e ci ha fornito un risultato positivo, questo rafforzerà
la nostra decisione. Con il passare del tempo, queste esperienze
positive serviranno ad accrescere la fiducia e a rafforzare le relazioni
interpersonali.
La fiducia è...
FIDUCIA: “Essere pronti ad abbandonare
volontariamente il controllo, rendendosi vulnerabili verso qualcuno,
per raggiungere un certo risultato o conseguenza. La fiducia cresce
come risultato di esperienze positive accumulate con il tempo.”
1. ...responsabilità
Se qualcuno ti considera degno di fiducia tu, attraverso l’accettazione
della fiducia, diventi una persona su cui si conta per raggiungere
un risultato soddisfacente. Tu accetti anche la responsabilità che
ne deriva. Noi siamo responsabili di soddisfare le aspettative e
allo stesso momento di onorare la fiducia che è stata riposta in
noi.
2. ...il fondamento dell’interdipendenza
Alcune persone scelgono di non fidarsi in quanto vogliono rimanere
indipendenti. Convinti dalla loro autosufficienza, potrebbero addirittura
considerare la fiducia come un’area di debolezza (dover fidarsi
di qualcuno per il raggiungimento di un risultato).
Al lato opposto dello spettro, ci sono i “dipendenti”, che potrebbero
costantemente aspettarsi che un’altra persona si assuma certe responsabilità
e addirittura delinei il loro destino al loro posto.
L’ interdipendenza è lo stato ideale per relazioni professionali,
che sia tra capo e collaboratore, tra consulente e cliente o tra
colleghi.
L’ interdipendenza non solo alimenta una fiducia reciproca, ma anche
rispetto reciproco.
3. ...vulnerabilità e rischio
Quando qualcuno ripone la sua fiducia in noi, si rende vulnerabile
nei nostri confronti attraverso il rilascio parziale o totale del
controllo sul risultato.
Questo non viene fatto con leggerezza e non è certo facile.
Sono sempre coinvolte emozioni molto forti quando ci rendiamo vulnerabili,
solo per poi magari verificare che la fiducia è stata tradita.
Quando questo accade, ci sentiamo generalmente arrabbiati con la
persona che ha tradito la nostra fiducia.
Se abbiamo fiducia in qualcuno, ci assumiamo il rischio che, nel
bene e nel male, questo potrà influire sul risultato.
Fidarsi può essere particolarmente difficile per le persone con
una tendenza ossessivo-compulsiva o perfezionista.
Essi sono generalmente molto coscienziosi, capaci di fare un buon
lavoro da soli e potrebbero trovare difficile fidarsi degli altri
per fare un lavoro tanto buono quanto sarebbero capaci di fare loro.
Una misura che indica se veramente ci fidiamo di qualcuno è quella
di creare o meno un piano di riserva.
Se lo facciamo, potrebbe essere prudente ma dimostra che non ci
siamo fidati veramente.
Se la persona successivamente scopre il nostro piano di riserva,
saprà immediatamente di non essere stata considerata degna di fiducia.
Gli elementi per costruire fiducia – e una formula…
- Capacità. Hai dimostrato in maniera consistente
l’abilità di produrre risultati su cui ti sei impegnato durante
le interazioni con il tuo interlocutore?
- Integrità. Hai dimostrato al tuo interlocutore
un’etica personale e professionale e impegno verso il mutuo successo?
- Credibilità. Hai dimostrato nel corso del
tempo di avere la giusta competenza, i processi e le metodologie
necessarie?
- Empatia. Hai dimostrato l’accettazione
della visione personale e/o professionale del tuo interlocutore,
accettazione su cui si basa la vera partnership?
- Interesse personale. Fino a che punto appari
interessato solo al tuo personale successo?
- Inconsistenza. Il modo in cui operi sembra
incongruente al tuo interlocutore?
Ca + I + Cr + E
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