SATOR
AREPO TENET OPERA ROTAS
Il
quadrato magico del SATOR
Quadrato
magico SATOR
|
Versione
speculare del quadrato
|
Il
quadrato magico del SATOR è la più famosa struttura
palindroma che da secoli ha attratto gli studiosi a causa del
suo innegabile fascino. Si tratta, sostanzialmente, in una frase
in lingua latina (SATOR AREPO TENET OPERA ROTAS) che può
essere letta in entrambi i sensi, come ve ne sono tante altre.
La sua singolare caratteristica, però, è che, essendo
formata da cinque parole di cinque lettere ciascuna, è
possibile iscrivere la stessa frase in un quadrato di 5 x 5 caselle
all'interno del quale la frase può essere letta in quattro
direzioni possibili: da sinistra verso destra, e viceversa, oppure
dall'alto verso il basso, e viceversa.
Inizialmente
si credette che il Quadrato fosse un'invenzione medievale, perché
tutti i ritrovamenti fino ad allora effettuati non erano databili
prima del IX secolo. Ma nel 1868 uno scavo archeologico tra le
rovine dell'antica città romana di Corinium (oggi Cirencester,
nel Gloucestershire, in Inghilterra) rivelò la curiosa
iscrizione sull'intonaco di una casa databile al III sec. d.C..
In tale frammento, oggi conservato al museo archeologico della
stessa città, il Quadrato appare nella sua versione speculare,
che inizia con la parola ROTAS
Si
cominciò allora a diffondere la convinzione che esso rappresentava
un modo adottato dai primi Cristiani, la cui fede religiosa era
ancora contrastata e vietata dai Romani, per adorare la croce
in forma dissimulata: le due parole TENET, infatti, disegnano
al centro del quadrato un croce perfetta, centrata sull'unica
lettera N. L'ipotesi si rafforzò allorché Felix
Grossner, pastore evangelista di Chemnitz, scoprì dopo
numerose prove che le 25 lettere del quadrato potevano essere
disposte in modo da formare le parole PATERNOSTER incrociate e
poste tra le lettere A ed O, corrispondenti, in questa interpretazione,
alle lettere Alfa ed Omega dell'alfabeto greco, il principio e
la fine di tutte le cose.
A
rinforzare ulteriormente la tesi cristiana contribuì un'ulteriore
scoperta, avvenuta nella città siriana di Dura-Europos,
sull'Eufrate, antica colonia romana (300-256 a.C.). In essa furono
ritrovato quattro esemplari del Quadrato Magico, tutti nella versione
speculare, databili attorno al 200-220 dell'era Cristiana.
Non
mancarono, però, gli oppositori a questa tesi. La maggior
parte delle critiche mosse a questa interpretazione nascevano
dal fatto che essa, comunque, non spiegava nulla circa il significato
letterale del quadrato (maggiori dettagli saranno spiegati più
avanti). Il problema principale era quello di spiegare la parola
AREPO, inesistente nel vocabolario latino, e che molti critici
si rifiutavano di accettare come nome proprio di persona (Arepo,
-onis, Arepone). Questo ostacolo venne presto superato: venne
scoperto che nell'antica Gallia, al tempo della dominazione romana,
una certa misura di superficie veniva chiamata semiiugerum, nella
lingua latina, e arepennis, in quella celtica. In particolare
quest'ultimo vocabolo derivava dal termine celtico àrepos,
che significava "aratro". Sembra plausibile, quindi,
che questo termine venisse poi traslitterato nel latino arepus
ad indicare appunto, il caro agricolo. Il significato letterale
della frase, ora, assumeva un senso logico: «Il seminatore,
con il carro, tiene con cura le ruote».
Ogni
ipotesi a tale riguardo, però, decadde nel 1925 quando
gli scavi archeologici che interessarono i resti dell'antica città
di Pompei, sepolta dalle ceneri dell'eruzione del Vesuvio del
79 d.C., rivelarono sull'intonaco della casa di Quinto Paquio
Proculo l'iscrizione (sebbene mutila) del quadrato magico. Undici
anni più tardi, nel 1936, ne fu rinvenuta un'altra, stavolta
completa, sulla scanalatura di una colonna mediana nel portico
occidentale della Grande Palestra (fig. 2).
Il
SATOR pompeiano
Fig.
2 - Il SATOR pompeiano
Questo
ritrovamento risulta a tutt'oggi il più antico che sia
stato effettuato, e per questo il Quadrato del SATOR è
stato anche chiamato «Latercolo Pompeiano». Tale scoperta
pose fine alla teoria cristiana; se, infatti, si poteva ancora
ipotizzare la presenza di una primitiva colonia cristiana clandestina
a Pompei in quegli anni, veniva a cadere il senso dell'interpretazione
del Grossner. Infatti, la A e la O che rimanevano ai lati della
croce non potevano che riferirsi al punto dell'Apocalisse in cui
San Giovanni scrive: «Io sono l'Alfa e l'Omega, l'inizio
e la fine, colui che è, che è stato e che sarà».
Ma la diffusione dell'Apocalisse nell'Italia centrale avvenne,
secondo studi attendibili, verso gli anni 120-150 d.C., ed era
quindi impossibile che tale concetto fosse presente già
prima del 79 d.C.
Di
fatto, la questione rimane ancora aperta. Molti tra studiosi,
ricercatori, enigmisti o semplici curiosi si arrovellano ancora
oggi nel cercare di dare un'interpretazione nuova al quadrato.
Di alcune di queste interpretazioni mi occuperò in una
sezione apposita. Per concludere, invece, la storia del Quadrato,
bisogna citare l'ultima scoperta, in ordine di tempo, avvenuta
nel 1978 in Gran Bretagna, a Manchester. Un frammento di un'anfora
portata alla luce durante alcuni scavi archeologici mostra, infatti,
le cinque parole del quadrato magico disposte a partire dalla
parola ROTAS (versione speculare del quadrato, fig. 3). Il reperto
è databile attorno al 185 d.C., ed una targhetta esplicativa
nel museo in cui è esposto c'informa che si tratta della
più antica attestazione della presenza cristiana in Gran
Bretagna, nonostante la tesi di Grossner sia stata comunque confutata.
Il
SATOR di Manchester
Fig.
3 - Il SATOR di Manchester
(dal
sito: Palavras Cruzadas)
La
connessione con i Templari
In
Italia il Quadrato Magico si ritrova in parecchi luoghi, oltre
al già citato Pompei. In una scheda apposita ne ho riportato
un censimento, che viene aggiornato ad ogni nuova scoperta o approfondimento.
Anche in numerose località europee è possibile rintracciare
il Quadrato. Si parte soprattutto dalla Francia, dove il SATOR
è presente nella chiesa di San Lorenzo a Rochemaure (Ardeche,
fig. 1), in una vecchia casa di Le Puy (Haute-Loir), nei castelli
di Chinon (Indre-et-Loire, dove tra i numerosi graffiti presenti,
di origine templare, si trova anche l'altro importante simbolo
di cui si occupa questo sito, la Triplice Cinta), di Jarnac (fig.
2) e di Gisors, e nella Maison de justice di Valbonnais. In Spagna
lo si trova tracciato presso il santuario di San Giacomo di Compostella,
celebre meta di pellegrinaggi medievale; in Ungheria, inciso su
una tegola della "villa publica" di Altofen (la vecchia
Buda), insieme alla frase "Roma tibi salutas ita".
fig.
1 - Il SATOR di Rochemaure
(dal
sito: www.ac_grenoble.fr/rochemaure/)
Fig.
2 - Il SATOR nel Castello di Jarnac
(dal
sito: Jarnac Champagne)
Molte
di queste località, soprattutto in Francia, furono possedimenti
dei Cavalieri Templari; la prof. Bianca Capone, sulla base di
attenti studi personali, ha ipotizzato un legame tra il magico
quadrato ed il famoso ordine monastico-cavalleresco: sembra infatti
che i Cavalieri adottassero questo simbolo per contrassegnare
dei luoghi particolari o per trasmettere delle preziose informazioni
esoteriche in forma codificata. Anche dal mio censimento risulta
che la maggior parte delle presenze del quadrato sul suolo italiano
è databile attorno al XII-XIII secolo e che nelle dette
località è possibile attestare la presenza dei Templari
o, comunque, dei Frati Cistercensi, che con i Templari erano in
stretto rapporto.
Il
SATOR circolare di Valvisciolo
Fig.
3 - Il SATOR circolare di Valvisciolo
Tale
tesi può essere ulteriormente rafforzata se si considera
il particolare esemplare di SATOR che si trova presso l'Abbazia
di Valvisciolo, a Sermoneta (LT), che fu templare e poi rimase
ai Cistercensi. In tale luogo, infatti, si ha l'unica presenza
conosciuta del SATOR in forma circolare ad anelli concentrici
(fig. 3), nella quale viene a mancare sia l'accostamento ai quadrati
magici numerici (vedi, a tale proposito, le interpretazioni esoteriche),
sia la croce centrale formata dalle parole TENET. Pertanto, al
di là di tutte le possibili interpretazioni che possono
essere date, è indubbio che per i Templari il SATOR assumeva
un significato ben preciso che per me non può essere che
quello di segnalazione di un luogo dalle caratteristiche sacre
ben precise, affine, in tal senso, ad altre figure simboliche
come quelle della Triplice Cinta o del Centro Sacro. La recente
scoperta, da me effettuata, della GEOMETRIA SACRA sul territorio
laziale non fa che rafforzare tale ipotesi.
La
misteriosa pietra di Stenay
Riproduzione
della pietra conservata a Stenay
(a)
|
Schema
di corrispondenza con il SATOR
(b)
|
Fig. 4 (a)
e (b) - Riproduzione della pietra di Stenay e corrispondenza con
il SATOR
Il
ricercatore italiano Pietro Marino, durante le sue ricerche nel
mistero di Rennes-le-Château, scoprì che a Cap de
l'Homme esisteva una pietra sulla quale era raffigurato il quadrato
del SATOR, scritto però con lettere greche. Si venne a
sapere che nel 1873 un certo M. Rivart, proprietario di parte
dell'antico priorato di St. Dagobert, aveva scoperto una pietra
enigmatica, sulla quale figuravano le lettere SRNPR, una specie
di glifo a forma di cuneo ed una croce greca accanto alla punta,
sul lato superiore (fig. 4.a, riproduzione). La pietra, che divenne
di proprietà del vescovo Monsignor Mangin, andò
poi distrutta durante la Prima Guerra Mondiale. Una sua riproduzione
è stata ritrovata nel 1980 ed è oggi conservata
in una sala del "Cercle Saint Dagobert II" di Stenay.
Lo studio dell'enigmatica pietra ha avuto una svolta quando si
scoprì la relazione tra le lettere, il glifo ed il Quadrato
Magico del SATOR. Le lettere SRNPR, infatti, compaiono nel Quadrato
secondo uno schema la cui forma riproduce esattamente quel glifo
(fig. 4.b). Nell'ambito dei tanti misteri che gravano attorno
alla vicenda dell'abate Sauniere e del territorio in cui si trova
il piccolo paese della Francia, mancava soltanto il coinvolgimento
di questo simbolo già di per sé enigmatico!
I
possibili significati letterali
SATOR
AREPO TENET OPERA ROTAS
L'interpretazione
letterale del Quadrato è già controversa, perché
non vi è una soluzione unica. Il problema nasce tutto dalla
parola AREPO, alla quale si è tentato di dare diversi significati.
C'è chi vi ha visto un nome proprio di persona (Arepo,
-onis), e quindi il senso della frase diventerebbe: «Il
seminatore Arepone mantiene in opera le ruote». Ma molte
sono le critiche a questo tipo d'interpretazione, perché
Arepone, come nome proprio, non s'è mai sentito. L'interpretazione
più comune fa derivare il latino arepus dal celtico arepos,
che vuol dire "carro". La traduzione allora diventerebbe
«Il Seminatore, sul carro, tiene con cura le ruote».
In tal caso prevarrebbe un'interpretazione di carattere cristiano,
dove il Seminatore sarebbe Dio e per ruote s'intenderebbe l'insieme
delle sfere celesti. Il senso, quindi, sarebbe quello secondo
cui Dio, assiso sul suo carro, vigila sulla vita del mondo. L'Enciclopedia
Britannica, con una lieve forzatura sintattica, riporta come traduzione
la frase: «Il Seminatore dell'Aeropago detiene le ruote
dell'Opera». L'Aeropago era la collina sacra al dio greco
Ares (Marte per i Romani) e ciò fa supporre al traduttore
che si trattasse di un riferimento all'arte della guerra ed al
coraggio dei combattenti. Si cita, infine, il tentativo dello
studioso Ludwig Diehl, il quale ipotizzò che la frase doveva
essere letta in maniera bustrofedica (cioè in un modo che
richiama il movimento del bue che traccia i solchi nel campo con
l'aratro, vale a dire da sinistra a destra e da destra a sinistra
e così via). In tal modo la frase del Quadrato si leggerebbe
"SATOR OPERA TENET - TENET OPERA SATOR", il cui significato
più attendibile è: «Il seminatore possiede
le opere», ovvero, interpretando ancora in chiave cristiana:
«Dio è il signore del creato».
Interpretazioni
in chiave cabalistica
Lo
studioso A.D. Grad, nel libro "Introduzione alla Kabbala
ebraica", MEB, 1986, si sofferma a lungo sull'interpretazione
in chiave cabalistica del quadrato del SATOR. In primo luogo,
occorre scrivere il quadrato magico numerico del 5, detto «Quadrato
magico di Venere». Com'è noto, tale quadrato è
formato da tutti i numeri interi dall'1 al 25, presenta nella
casella centrale il numero 13, e la somma di ogni fila orizzontale,
verticale o delle due diagonali principali dà sempre, come
risultato, il numero 65 (fig. 1).
Il
quadrato magico di Venere
Fig.
1 - Il quadrato magico di Venere
Ora,
sovrapponendo le cinque parole del palindromo magico, si notano
alcune cose:
1)
i numeri corrispondenti alle lettere S ed R della parola esterna
ROTAS danno la stessa somma, 26 (11 + 15 = 26; 23 + 3 = 26);
2)
tutte le altre coppie di numeri la cui somma è 26 corrispondono,
nel SATOR, a lettere uguali, AA oppure EE;
3)
l'unica lettera centrale, la N, corrisponde al n° 13, che
non è altri che la metà di 26.
Grad
ne deduce che il quadrato del SATOR non è altro che una
chiave cabalistica centrata sui numeri 13, 26 e 65, che stanno
tutti ad indicare l'Eterno, ovvero Dio. Infatti:
1)
65 è la somma numerologica corrispondente al nome "ADONAI"
(Aleph-Daleth-Nun-Yod = 1 + 4 + 50 + 10 = 65);
2)
26 è la somma numerologica del nome "IAHVE",
il Tetragramma (Yod-He-Waw-He = 10 + 5 + 6 + 5 = 26);
3)
13 è la somma numerologica del nome "AHOD", ovvero
Uno (Aleph-Heth-Daleth = 1 + 8 + 4 = 13).
Ora
Adonai e Yahvè sono i nomi di Dio, la loro somma ridotta
dà 65 + 26 = 91 = 9 + 1 = 10 = 1, Uno è "Ahod"
che dà 13, e quindi tutto è ricondotto al numero
13, che nel quadrato si trova esattamente al centro.
Pentacolo
di Saturno derivato dal SATOR
Fig.
2 - Il secondo pentacolo di Saturno
(derivazione
ebraica dal SATOR)
Samuel
Liddel MacGregor Mathers (1854-1918)Il celebre esoterista Samuel
Liddel MacGregor Mathers (1854-1918, foto a lato), uno tra i massimi
esponenti dell'Ordine del Golden Dawn, si sofferma a lungo sul
quadrato del SATOR nella sua traduzione e riedizione di un antico
manoscritto ebraico conservato presso la Bibliothèque de
l'Arsenal a Parigi, "The Sacred Magic of Abramelin the Mage",
del 1458. MacGregor Mathers afferma che il SATOR è uno
dei pentacoli della chiave di Salomone. Esso va tracciato sostituendo
alle lettere latine quelle corrispondenti nell'alfabeto ebraico,
il tutto va poi inserito in un doppio cerchio, all'interno del
quale va iscritto il seguente versetto del Salmo LXXII, 8: «Il
suo dominio sarà dall'uno all'altro mare, e dalle acque
fino ai confini del mondo». Questo versetto, nell'edizione
originale ebraica, si compone esattamente di 25 lettere come quelle
del quadrato magico. Il pentacolo in questione, riprodotto in
fig. 2, è tratto da un'altra opera di MacGregor Mathers,
"The Greater Key of Solomon", ricavata da alcuni manoscritti
antichi conservati, stavolta, al British Museum di Londra. Tornando
al libro di Abramelin, invece, l'autore riporta un cospicuo numero
di altri quadrati magici "cabalistici", tra i quali
uno particolarmente simile (libro terzo, capitolo XIX, pentacolo
9, v. fig. 3)
Un
altro quadrato cabalistico di Abramelin il Mago
Fig.
3 - Uno dei numerosi quadrati
cabalistici
di Abramelin il Mago
Anagrammi
Molti studiosi
ed enigmisti hanno tentato la via dell'anagramma per scoprire
altri significati reconditi della famosa scritta. Tale strada,
però, non si rivela particolarmente fruttuosa in quanto
è stato fatto notare che per anagramma la frase può
rivelare tutto ed il contrario di tutto:
-
O PATER, ORES, PRO AETATE NOSTRA (O Padre, prega per la nostra
età);
-
ORA, OPERARE, OSTENTA TE, PASTOR (Prega, opera e mostrati, o Pastore);
-
RETRO SATANA, TOTO OPERE ASPER (Vai dietro, Satana, crudele in
tutte le tue opere!)
-
SATAN, ORO TE, PRO ARTE A TE SPERO (O Satana, ti prego, io spero
nel tuo artificio);
-
SATAN, TER ORO TE, OPERA PRAESTO (O Satana, io ti prego per tre
volte, opera subito);
Una
famosa multinazionale, una volta, utilizzò uno degli anagrammi
come slogan pubblicitario:
-
ORO TE PATER, ORO TE PATER, SANAS (Ti prego, Padre, ti prego guariscimi).
Il
famoso enigmista italiano Stefano Bartezzaghi, nella rubrica "Lessico
e Nuvole" per La Repubblica, ne tirò fuori alcuni
molto divertenti (30 Giugno 2000):
-
SOTTRAR ORO A PAPERONE: SAETTE
-
PORNOSTAR: PARTE OSEE A TEATRO
-
O PORTA ESTERA O PORTA ESTERNA
-
ATTOR ARRESO TENET SOAP OPERA
Altri
quadrati palindromi
Il
quadrato magico degli Inca
MICUC
ISUTU CUYUC UTUSI CUCIM
È
stato scoperto che un quadrato magico analogo a quello del SATOR
era noto in Perù agli antichi Inca. Si tratta ancora di
un quadrato 5 x 5, recanti parole in lingua Quechua: MICUC ISUTU
CUYUC UTUSI CUCIM. Anche questo schema veniva impiegato presso
gli Inca con fini magico-sapienziali. Quello che sorprende è
innanzitutto il fatto che, come nel caso del SATOR, la traduzione
letterale è resa difficoltosa dalla presenza di una parola
misteriosa, che non ha corrispondente nella lingua in cui è
scritto, in questo caso UTUSI. La traduzione più soddisfacente
di questo quadrato è: «Un pedicello che mangia l'UTUSI
che si dimena è felicità». La seconda caratteristica
straordinaria è che la lingua Quechua era rigorosamente
orale, non esisteva niente di scritto. Il quadrato, perciò,
è stato composto a memoria, tramandato a voce e veniva
compreso a mente. Tutto ciò ha una portata straordinaria.
Il
nome segreto di Roma
ROMA
OLIM MILO AMOR
Durante
gli scavi archeologici di Pompei, venne alla luce anche un altro
quadrato palindromo (sulla parete di una casa nel Vicolo Meridionale
della Regio I, che divide l'insula VI, dove si trovano la Casa
del Criptoportico e la Casa di Lucio Celio Secondo, dall'insula
X, dove si trova la Casa del Menandro), di ordine più piccolo
rispetto al SATOR, il cui schema è riportato nella figura
in alto. Le caratteristiche di lettura secondo quattro direzioni
vale anche per questo quadrato. Nel 1947 Pietro De Angelis, in
un piccolo saggio, scrisse che questa «Roma Quadrata»
esprime l'esoterico "nome arcano" dell'antica città:
«Amor», attributo di Venere, divinità che è
in relazione con il culto primordiale della Grande Madre creatrice.
Un altro quadrato simile è stato scoperto presso gli scavi
di Ostia Antica, nella Caserma dei Vigili, dietro le Terme di
Nettuno, ed è databile all'età di Adriano.
DOVE
SI TROVA :
In
ultimo: un po' di turismo con il SATOR AREPO?
Se volete organizzare un viaggio in Italia alla ricerca del SATOR
AREPO, vi consiglio i seguenti luoghi: (tratti dal sito Mondo
Misterioso News di Fabio Criniti)
* a Roma nella Basilica di Santa Maria Maggiore (in questa chiesa
è possibile vedere anche un altro palindromo: Roma summus
amor );
* a Magliano dei Marsi in provincia di L'Aquila,
in una chiesa dedicata a Santa Lucia;
* a San Felice del Molise, nella chiesa di Santa Maria Ester;
* a Campiglia Marittima, in provincia di Livorno;
* a Capestrano, Chieti, nella chiesa di San Pietro ad Oratorium;
* alla Certosa di Trisulti, Frosinone;
* nella chiesa di Sant'Agostino a Monterubbiano in provincia di
Ascoli Piceno;
* a Siena, nell'Abbazia di Santa Maria della Scala;
* nell'Abbazia di Montecassino;
* in un manoscritto della Biblioteca capitolare di Vercelli, in
cui le parole sono scritte l'una dietro l'altra fino a formare
il perfetto palindromo SATORAREPOTENETOPERAROTAS.
* Pescantina (VR), è inciso sull'architrave della porta
secondaria di una chiesetta dedicata a S. Michele in un piccolo
paese qui vicino a Pescantina chiamato Arcè, nella campagna
della Valpolicella, Verona.
Si
trova anche in Francia, presso un sito archeologica vicino Lione.
In Siria, presso l'antica città sull'Eufrate di Dura-Europos.
In Ungheria, in un palazzo.
In
Egitto, dove comunque non è riportato per intero, ma è
presente solo la parola SATOR, mentre il resto del palindromo
è in lettere greche.
OMAGGIO
All' Abruzzo :
Il
monumento più significativo di Magliano de' Marsi, oggi,
è la Chiesa di Santa Lucia, la cui costruzione originaria
è da attribuirsi al XIII-XIV secolo, quasi sicuramente
per opera delle stesse maestranze che avevano costruito la vicina
chiesa cistercense di Santa Maria della Vittoria di Scurcola.
Quando, nel XVI secolo, il paese di Magliano diventa indipendente
dal vicino centro di Carce, la parrocchia di S. Lucia diventa
quella effettiva, andando a sostituire la vecchia parrocchia di
S. Martino in Carce. Nel 1570 si trasforma in collegiata, giungendo
ad ospitare un abate e sei canonici. Nel 1904 e nel 1915 una serie
di terremoto le arrecano enormi danni distruggendola quasi completamente:
la chiesa sarà ricostruita soltanto ventidue ani dopo,
nel 1937, cercando di restare il più possibile fedeli all'edificio
originario. La facciata, in particolare, è stata smontata
pezzo dopo pezzo e poi ricostruita fedelmente attraverso la numerazione
dei pezzi. La chiesa si presenta con una bella facciata recante
tre portali di stile cistercense. Sia la facciata sia l'interno,
tuttavia, mostrano la coesistenza di diversi stili. L'interno
è suddiviso in tre navate, di cui la centrale risulta essere
più alta, delimitate da colonne a sezione rotonda su cui
si innalzano archi a sesto acuto poggianti su capitelli diversamente
ornati. Il grande rosone centrale, collocato probabilmente agli
inizi del Quattrocento, illumina l'aula principale della chiesa.
La sua forma è simile a quella del rosone che appare a
sinistra sulla facciata della Chiesa di Santa Maria di Collemaggio,
a L'Aquila. Il campanile posto al fianco della chiesa, invece,
risale al 1880 ed è opera dell'artista maglianese Tommaso
di Lorenzo.
Nella
parte superiore della facciata, elevata nel Seicento, si apre
un finestrone di forme tardo-rinascimentali, formato da due semicolonne
che sostengono una trabeazione orizzontale. Ai lati di tale finestrone
sono murate due coppie di formelle duecentesche incassate entro
cornici riccamente decorate con girali e foglie d'acanto, raffiguranti
figure mostruose, animali e figure umane in rilievo. Nella prima
formella sulla sinistra, tra le zampe della figura mostruosa rappresentata,
è inciso il quadrato magico del SATOR. I due bassorilievi
sono sicuri resti di un cancello presbiteriale, probabilmente
appartenente alla stessa Santa Lucia, e risalgono al XIII secolo.
Il quadrato magico non è visibile senza possedere una vista
d'aquila o, meglio, un buon teleobiettivo, comunque mediante l'applicazione
di una serie di effetti fotografici sono riuscito ad isolare la
scritta dall'immagine digitalizzata. Come si può vedere,
il quadrato è rappresentato nella forma alternativa inversa,
cioè con "ROTAS" sulla prima riga e "SATOR"
sull'ultima: