Rennes le Chateau è un
paesino dell’Aude, nei Pirenei francesi. Al suo centro, una chiesa
di campagna che poco più di un secolo fa stava cadendo a
pezzi. Il parroco che decise di restaurarla si chiamava François-Bèrenger
Saunière: quella decisione, che cambiò la vita di
molte persone, a cominciare dalla sua, ha dato il via ad uno dei
più complessi e impenetrabili misteri della Storia di tutti
i tempi. I quasi 200 abitanti che la abitano, convivono con una
folla di domande… la prima delle quali non può essere che
questa: E’ davvero possibile che in un solo luogo si concentrino,
secolo dopo secolo, così tanti enigmi?
Rennes Le Chateau
a Vojager
Mistero di un simbolo sfuggente, che da
sempre ha infiammato i cuori di mistici e poeti, storici ed esoterici.
Il fascino esercitato dal Graal rimane inalterato nel tempo, come
dimostra lo straordinario successo del tanto dibattuto romanzo
di Dan Brown, Il Codice Da Vinci.
Merito di una trama avvincente, il cui ritmo serrato riesce a
tenere il lettore inchiodato fino all'ultima pagina. Certo, ma
non solo. La vera peculiarità del romanzo di Brown è
la decisa rottura con la tradizione che individua nel Graal il
sacro calice usato da Gesù Cristo durante l'ultima cena
e nel quale Giuseppe d'Arimatea avrebbe raccolto il sangue di
Cristo crocefisso. Tra loschi intrighi e cospirazioni internazionali,
Brown introduce una visione eterodossa della vita di Cristo,
la cui presunta discendenza, perseguitata dalla Chiesa
e protetta prima dai Cavalieri Templari e, in seguito, da una
misteriosa organizzazione chiamata Priorato di Sion, avrebbe
dato luogo alla dinastia francese dei Merovingi. Nel
Santo Graal, quindi, non andrebbe ravvisato alcun oggetto, bensì
un concetto che dovrebbe la sua radice etimologica a sang réal
che, in francese antico significa “sangue, stirpe reale”, proprio
in riferimento al lignaggio di Gesù stesso.
Un'ipotesi ardita e controcorrente che, però,
non è frutto esclusivo della fantasia di un abile romanziere,
ma che affonda le sue radici nella teoria di tre coraggiosi
ricercatori: Henry Lincoln, Richard Leight e Michael Baigent,
autori del fortunato saggio Il Santo Graal. Una catena di misteri
lunga duemila anni.
Bérenger Saunière nel 1885 divenne parroco
di Rennes-le-Chateau, un minuscolo paesino francese sui
Pirenei, i cui legami con il Graal sono stati
recentemente analizzati da Giorgio Baietti nel suo intrigante
L'enigma di Rennes le Chateau. Il libro si concentra proprio sulla
figura di Saunière (quello vero) che, decifrando l'enigmatico
messaggio contenuto in alcune pergamene rinvenute all'interno
della chiesa parrocchiale dedicata alla Maddalena, da umile curato
di campagna, si trasforma in un personaggio potente e ricchissimo,
al punto da sfidare senza timore lo stesso Vaticano. Ma in cosa
consisteva la fonte di tanta ricchezza? Secondo gli autori di
Il Santo Graal le pergamene avrebbero indicato uno sconvolgente
messaggio in codice: Gesù non sarebbe morto sulla
croce, ma avrebbe sposato Maddalena dando così luogo ad
una discendenza. La prova di tutto questo si troverebbe
proprio a Rennes le Chateau. Con un documento del genere tra le
mani, Saunière avrebbe quindi potuto facilmente ricattare
il Vaticano, garantendosi un tenore di vita sempre più
ricco e agiato.
Teoria accattivante, considerato che – come ci spiega
lo stesso Giorgio Baietti – “questo semplice
parroco ha accumulato una ricchezza valutata in 30 miliardi di
vecchie lire e, anche considerando le accuse di simonia
che gli vennero mosse dal Vescovo di Carcassonne, sfido qualunque
curato a raccogliere una fortuna del genere vendendo messe.”
“Certamente – incalza Baietti - Bèrenger
Saunière possedeva o custodiva qualcosa di talmente prezioso
da non potersene separare, tant'è che, anche durante
i periodi più difficili della sua vita, non si allontanò
mai da Rennes le Chateau. Lì fece innalzare la Tour Magdala,
tributo a Maddalena e suo rifugio personale, e la lussuosa Villa
Bethania, che ospiterà addirittura l'arciduca Giovanni
Salvatore d'Asburgo. È sufficiente pensare a un personaggio
di quel calibro che parte da Vienna, attraversa mezza Europa per
andare a cena dal parroco di un paesino di campagna, per comprendere
l'enorme potere di quell'uomo.” Di qualunque cosa si tratti, quindi,
Rennes le Chateau nasconde un grande segreto che sembra coinvolgere
anche i misteriosi Cavalieri Templari, la cui influenza nel paese
è ben rappresentata dal castello di Bezu, caposaldo dei
Templari, stranamente risparmiato durante la crociata condotta
da Filippo il Bello nel 1307.
È innegabile: l'argomento è straordinariamente affascinante,
e trova continui rimandi nei testi. Persino Umberto Eco, in apertura
del decimo capitolo del Pendolo di Foucault, trova modo di citare
l'enigmatica frase divenuta simbolo di Rennes le Chateau: “Et
in arcadia ego”. Non stupisce quindi che l'incanto di questo luogo
attiri ogni anno centinaia di turisti e di ricercatori, anche
se, come sostiene Baietti “Rennes le Chateau è un luogo
straordinario per cui, ancor più che svelarne il segreto,
è affascinante sapere che esiste”.
Non meno intriganti e misteriose sono però le cosiddette
interpretazioni tradizionali del Santo Graal, simbolo mistico
dell'armonia tra l'uomo e Dio, che si ritrova in numerosissimi
poemi antichi, ognuno dei quali intimamente influenzato dalla
cultura che lo ha fatto proprio. Nonostante sia impossibile
identificare una fonte univoca che abbia determinato la nascita
del mito del Graal, si può invece determinare il momento
esatto in cui il termine “graal” è apparso per
la prima volta nella letteratura europea. Sul finire
del XII secolo, sarà il grande poeta francese Chrétien
de Troyes, con il suo romanzo incompiuto Perceval (che
oggi si può leggere nella raccolta di cinque volumi, I
romanzi cortesi) a darci la più antica attestazione del
termine nelle letterature europee e sarà ancora Chrétien
a unire per primo l'elemento religioso del Graal con l'avventura
fantastica. Per il ciclo del Graal è fondamentale anche
il poema del tedesco Wolfram von Eschenbach, Parzival, scritto
tra il 1200 e il 1210, fonte ispiratrice, tra l'altro, del Parsifal
wagneriano. Il tema principale di questi due componimenti, che
identificano il Graal con una coppa dai grandi poteri, la cui
conquista incarna il lento e faticoso cammino verso una realizzazione
totale della fede in Dio, è ben presente anche nella cultura
celtica, e rappresenta uno dei temi al centro dei romanzi arturiani.
Tra le più recenti riletture del ciclo arturiano, ricordiamo
il volume di Laura Mancinelli, I tre cavalieri del Graal, nel
quale il racconto delle imprese cavalleresche si intreccia abilmente
con le raffinate atmosfere di corte. Caratterizzati da uno stile
scorrevole e intrigante sono i romanzi di Jean Markale, autore
anche dell'importante saggio Il Graal, nel quale confronta i risultati
delle sue moderne indagini con quanto affermato sul Graal nei
documenti medievali e ne sviluppa interessanti parallelismi. Nel
suo ciclo Il mistero del Graal, Markale ripropone invece gli episodi
relativi alla grande epoca arturiana così come veniva presentata
nei testi redatti fino al XV secolo. Vi si trovano vicende conosciute
e altre meno note, in un corpus che sorprende per la piacevole
fusione di elementi pagani e cristiani. Un'altra saga degna di
nota è quella di Bernard Cornwell che, con il suo ciclo
Excalibur, intreccia storia e fantasia per calare il lettore nell'avvincente
epopea del Medioevo celtico.
A questo punto non c'è dubbio: la queste del Graal
continua e il Graal continua a eludere la ricerca assumendo forme
diverse e dando luogo e diverse interpretazioni. Nessuna teoria
ne ha dischiuso fino in fondo il mistero. Forse contengono tutte
una parte di verità, oppure no, ma forse non ha una grande
importanza, perché il suo fascino straordinario risiede
proprio nel suo valore di simbolo universale, capace di attraversare
la storia e le diverse culture.
Del resto, come dice Piergiorgio Odifreddi
nel suo Il vangelo secondo la scienza “Che cosa sia il Santo Graal
si sa: è qualcosa di cui non si sa né cosa sia,
ne se ci sia”.
IL
MONTE BUGARACH Il mortale segreto di Bugarach è legato a Rennes-le-Chateau
Volete avvicinarvi a questi temi in modo
più leggero e ludico? Vi consigliamo di giocare a Gabriel
Knight 3.
Gabriel Knight 3 è semplicemente IL gioco
da comprare se siete appassionati di avventure grafiche. Non solo
la trama è splendida e gli enigmi realizzati in maniera egregia,
ma tutta l'atmosfera "prende" in maniera incredibile, tanto da lasciare
un'incredibile tristezza al momento della conclusione del gioco.
Intrighi, esoterismo, religione, blasfemia, sesso... niente è stato
lasciato fuori da questo titolo. Vi prenderà semplicemente per la
gola e non potrete più lasciarlo. Provare per credere.